Aumento del seno
Aumento del seno
Durata:
50-60 minutiAnestesia:
Generale o locale con sedazioneDegenza:
1 nottePostoperatorio:
2-4 settimane a seconda delle attività ludico-professionaliCosto:
5000-8000 EuroLa Mastoplastica Additiva e il Lipofilling del Seno
Introduzione
Per ottenere un aumento del volume del seno sono possibili due tipi di intervento chirurgico. L’intervento attualmente più praticato è quello di “Mastoplastica Additiva” ovvero l’aumento volumetrico del seno ottenuto mediante impianto di protesi mammarie. Volendo ottenere un aumento di volume più contenuto è oggi possibile eseguire in alternativa un autotrapianto di grasso con la tecnica del “Lipofilling”.
Di seguito riportiamo le domande che più frequentemente ci sono poste durante le visite ed i colloqui pre-operatori.
Come si può ottenere l’aumento di volume del seno?
L’aumento del volume del seno si può ottenere in tre modi:
1) Utilizzo di protesi mammarie
2) Riempimento con grasso prelevato dalla stessa paziente (Lipofilling del seno)
3) Riempimento con Macrolane ® (uso attualmente proibito per via dei problemi che può dare nella diagnostica mammaria)
In quali casi si esegue la mastoplastica additiva mediante impianto di protesi?
Questo genere di chirurgia ha lo scopo di ottenere un aumento del volume del seno sia nei casi in cui costituzionalmente esso sia poco sviluppato (ipotrofia del seno), sia nei casi in cui vi sia una malformazione mammaria (ad esempio il seno tuberoso), sia nei casi in cui semplicemente si desideri avere qualche taglia in più o simmetrizzare seni molto diversi per forma e dimensioni.
Occorre distinguere tra i casi in cui vi sia o meno una concomitante “caduta” del seno con rilassamento della pelle mammaria (come talvolta dopo parto ed allattamento). Nel caso in cui questa caratteristica fosse presente parleremmo di “ptosi mammaria” ed il trattamento chirurgico consisterebbe in un risollevamento del seno con ridrappeggio della ghiandola e della pelle (lifting del seno o mastopessi) associato ad una mastoplastica additiva.
In tutti questi casi vi è un minimo comune denominatore: il disagio della donna che vive con sentimento di inadeguatezza il proprio seno, nonchè il desiderio di migliorare il proprio rapporto con questa area corporea, così importante per una più serena espressione della propria femminilità.
Che tipo di protesi sono utilizzate?
Le tecniche di mastoplastica additiva si sono negli anni affinate allo scopo di garantire maggiori possibilità di sicurezza, di ottenimento di risultati più naturali e di un ricovero ospedaliero più breve.
Ciò grazie all’impianto di protesi tonde o anatomiche, a profilo basso, moderato, alto o extra alto, scelte a seconda della forma di partenza del seno e di ciò che si vuole ottenere.
Esistono inoltre delle protesi di ultima generazione contenenti un gel siliconico cosiddetto “ergonomico”, ovverosia in grado di far assumere alla protesi una forma tonda o anatomica a seconda della posizione assunta dalla paziente, esattamente come avviene nel seno naturale. Questo genere di protesi ha consentito il superamento del concetto di protesi tonda o anatomica.
Tutte protesi sono riempite con un gel di silicone coesivo (ovvero non liquido) che consente di ottenere una “morbidezza” più naturale alla palpazione.
Le protesi in commercio hanno tutte la stessa qualità?
Nella nostra esperienza e sulla base delle certificazioni rilasciate a livello mondiale possiamo ritenere che le protesi in commercio non abbiano tutte la stessa qualità. Esistono infatti protesi fabbricate con costi elevati in virtù dell’alta qualità e degli alti costi di fabbricazione dovuti all’elevato standard di sicurezza, accanto a protesi costruite secondo criteri commerciali più improntati verso l’abbattimento dei costi, laddove la guerra dei prezzi conduce ad un’inevitabile riduzione di qualità. Le pazienti dovrebbero sempre allertarsi di fronte ad interventi eseguiti a prezzi bassi perché potrebbero essere indice di riduzione di qualità dei materiali e della sicurezza, a meno di non essere conniventi con questo sistema di chirurgia low cost che non farà che aumentare i rischi.
Il modo migliore per valutare la qualità delle protesi è verificare quali certificazioni esse possiedano.
Quali sono le principali certificazioni di qualità delle protesi in commercio?
Sono fondamentalmente 2 i marchi di qualità più importanti: il marchio CE della Comunità Europea ed il marchio FDA (Food and Drug Administration) degli USA. Alcune protesi in commercio possiedono il marchio CE, obbligatorio per il commercio in Europa, ma non posseggono il secondo. Nella nostra pratica, per una maggiore garanzia, utilizziamo esclusivamente le poche marche di protesi che possiedono entrambi i marchi, pertanto le migliori sul mercato mondiale. Il marchio CE è senz’altro sufficiente per la commercializzazione di un prodotto, ma secondo il nostro punto di vista, due certificazioni garantiscono più di una soltanto, pertanto vi diamo un consiglio:
“Occhio ai marchi di qualità delle protesi e non cedete alla tentazione della chirurgia low cost!”
Che tipo di cicatrice esiterà dopo l’intervento?
Dipende dal tipo di accesso chirurgico (porta d’ingresso per l’inserimento delle protesi) che viene concordato con le pazienti.
Le cicatrici, sempre nascoste in zone meno visibili, possono essere ubicate fondamentalmente in 3 differenti sedi:
1) sede periareolare: la cicatrice sarà posizionata a livello della metà inferiore della circonferenza dell’areola mammaria. Questa via sarà di possibile esecuzione in dipendenza di alcuni fattori (grandezza dell’areola, pigmentazione dei bordi areolari più o meno netta etc.)
2) sede sottomammaria: in questo caso la cicatrice sarà localizzata a livello del solco sottomammario o, spesso, qualche millimetro al di sopra, allo scopo di evitare che la cicatrice si possa vedere nel caso in cui la paziente decida di utilizzare, per esempio in spiaggia, un reggiseno più succinto o di evitare, quando la paziente solleva le braccia, che la cicatrice “scappi” fuori dal reggiseno.
3) sede ascellare: meno frequentemente richiesta ed utilizzata, essa può essere verticale subito dietro al margine del muscolo grande pettorale o orizzontale nel fondo dell’ascella. Personalmente non amiamo questo tipo di accesso chirurgico. Le poche pazienti che lo richiedono, lo fanno nella convinzione che la cicatrice in questa sede non si veda. Tutt’altro: non solo non è vero, ma in ascella le cicatrici si possono vedere anche in situazioni “non esclusivamente intime”, ovvero quando la donna solleva le braccia. Ad esempio, le cicatrici ascellari di diverse dive dello spettacolo, sono state immortalate mentre le medesime salutavano il pubblico; tali immagini possono essere facilmente reperite in rete.
Tutti e tre i tipi di accesso e incisione hanno dei pro e dei contro e la disamina di questi durante la visita rappresenterà un momento fondamentale perché la paziente possa scegliere e concordare il tipo di accesso chirurgico e la conseguente cicatrice.
Dov’è impiantata la protesi mammaria?
Una volta discussa con la paziente “la porta d’ingresso” e la cicatrice che ne esiterà, discuteremo con la paziente il piano di posizionamento delle protesi.
Esistono fondamentalmente 4 tipi di tecnica di posizionamento: sottoghiandolare, sottofasciale, sottomuscolare e dual plane. Ovvero, la protesi può essere posizionata dietro la ghiandola o dietro la fascia del muscolo pettorale o dietro lo stesso muscolo o con tecnica mista, ovvero parzialmente sottoghiandolare e parzialmente sottomuscolare. Il motivo di selezione fondamentale tra le tante tecniche è determinato dal grado di copertura della protesi da parte dei tessuti presenti: se la donna ha un buon seno di partenza si potrà optare per una tecnica sottoghiandolare o sottofasciale, se invece presenterà dei tessuti ghiandolari e cutanei poco rappresentati, la tecnica sottomuscolare o dual plane saranno preferite.
Non si sente molto parlare della tecnica sottofasciale, in cosa consiste?
Nella nostra pratica quotidiana, la tecnica sottoghiandolare è stata praticamente soppiantata dalla tecnica sottofasciale, la quale presenta tutti i vantaggi della sottoghiandolare, unitamente ad alcuni vantaggi in più e che descriviamo di seguito.
Nella tecnica sottofasciale la protesi è posizionata non solo sotto la ghiandola ma anche sotto la sottile ma robusta fascia che riveste la faccia anteriore del muscolo grande pettorale. Si tratta di una tecnica moderna descritta da Ruth Graf e che, secondo diversi lavori presenti in letteratura scientifica, nonché secondo la nostra ormai ampia casistica clinica, consente di nascondere maggiormente i bordi dell’impianto, di ottenere una forma più naturale grazie all’effetto “tenda” che la fascia, struttura robusta benché sottile, riesce a dare alla ghiandola che viene “tesa” al di sopra. Inoltre la fascia riduce il rischio di dislocazione (spostamento) della protesi, di visibilità di pieghe (rippling) e, secondo alcuni lavori scientifici, di contrattura capsulare, rispetto alla tecnica sottoghiandolare.
Che tipo di anestesia è utilizzata?
Più frequentemente è utilizzata un’anestesia generale, che consente un’esperienza più gradevole ed è molto ben tollerata. In caso di piccole mastoplastiche additive, si può anche ipotizzare di eseguirle in anestesia locale con una sedazione eseguita dall’anestesista.
FAQ Seno
Se vuoi ricevere un opuscolo informativo con maggiori informazioni sulla mastoplastica additiva puoi scriverci tramite la sezione contatti! Contattaci
In cosa consiste il Lipofilling del seno?
L’aumento del volume del seno con la tecnica del lipofilling, ovvero l’iniezione di grasso prelevato dalla stessa paziente, rappresenta con buona probabilità l’evento più rivoluzionario per la chirurgia estetica degli anni a venire.
Questa tecnica, chiamata lipofilling o lipostruttura, è ben nota nel campo sia della chirurgia estetica che di quella ricostruttiva perché già utilizzata allo scopo di riempire depressioni o ricreare volumi insufficienti.
Per ciò che concerne il suo utilizzo nel seno, questa tecnica è stata ed è attualmente oggetto di studio e verifiche per via dell’iniziale sospetto che ad essa potesse essere associato un rischio aumentato di tumore del seno.
A partire dal 2009 il lipofilling per l’aumento del seno è stato autorizzato dalla serissima Società Americana di Chirurgia Plastica (American Society of Plastic Surgery)
Dal 2011 anche la Società Francese di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica ne ha autorizzato l’utilizzo fissando delle linee guida.
Attualmente il lipofilling è utilizzato a livello mondiale sia nel campo della chirurgia ricostruttiva del seno a seguito di amputazioni post-tumorali, sia nel campo della chirurgia estetica di aumento del seno.
Il lipofilling del seno si esegue con tecniche di prelievo, preparazione del grasso e reiniezione simili a quelle che si utilizzano nelle procedure di riempimento.
Quando si può eseguire un Lipofilling del seno?
Attualmente le indicazioni all’utilizzo di tale procedura sono legate alla disponibilità di grasso ed alle aspettative della paziente, la quale potrà aspirare a volumi non paragonabili a quelli ottenibili con le protesi e in alcuni casi dovrà considerare la possibilità di eseguire più sessioni di lipofilling. Il grasso attecchito sarà infatti considerabile come “definitivo”, ma potrebbe essere necessario eseguire degli ulteriori lipofilling per poter raggiungere un risultato più soddisfacente. Questo perchè la quantità di grasso attecchito può variare da caso a caso. Inoltre, vi è da considerare che il grasso non ha la “rigidità” della protesi e che quindi a parità di volume, data la sua comprimibilità, non avrà mai la resa che ha una protesi mammaria.
Se vuoi ricevere un opuscolo informativo con maggiori informazioni sul lipofilling puoi scriverci tramite la sezione contatti! Contattaci
Aumento del volume del seno con acido ialuronico Macrolane®
L’uso del Macrolane, acido ialuronico appositamente studiato per il riempimento di grandi volumi, è attualmente proibito in Italia a causa delle problematiche che può creare nella diagnostica delle patologie mammarie in corso di ecografia o mammografia.
E’ comunque sempre sconsigliabile l’impianto nel seno di altre marche di acido ialuronico aventi come scopo d’utilizzo l’aumento volumetrico.