Ricostruzione del seno
Chirurgia di ricostruzione del seno
Durata:
Circa 1-8 ore a seconda della tecnica utilizzataAnestesia:
GeneraleDegenza:
1-7 nottiPostoperatorio:
2-4 settimane a seconda delle attività ludico-professionaliCosto:
5000-15000La Mastoplastica Ricostruttiva
Introduzione
La chirurgia dei tumori della mammella, purtroppo, spesso porta a delle amputazioni mammarie (mastectomie) fortemente debilitanti per la vita sociale ed intima delle pazienti. Fortunatamente oggigiorno è possibile ricostruire il seno con un intervento che si chiama “Mastoplastica Ricostruttiva”. Esistono diversi tipi di Mastoplastica Ricostruttiva ed è compito del chirurgo e della paziente trovare la soluzione giusta per il caso specifico. Le ricostruzioni del seno sono possibili anche in seguito ad eventi traumatici o ustioni che ne abbiano leso l’integrità.
La mammella non ha esclusivamente un ruolo funzionale, come quello dell’allattamento, ma assurge da sempre a simbolo di femminilità ed ha una grande importanza nella sfera sessuale. La ricostruzione del seno in pazienti mastectomizzate può e deve essere presa in considerazione sempre e al più presto possibile.
Di seguito riportiamo le domande che più frequentemente ci sono poste durante le visite ed i colloqui preoperatori.
Quando può essere eseguito l’intervento di ricostruzione mammaria?
Al più presto possibile! Le implicazioni psicologiche che seguono a una menomazione mammaria sono molto importanti e di esse si deve tenere un’alta considerazione. L’intervento in moltissimi casi può essere eseguito contestualmente alla demolizione mammaria, ovvero alla mastectomia, cosicché la paziente si sveglia dall’intervento con un percorso di ricostruzione mammaria già avviato. In questo caso parliamo di “ricostruzione immediata”. In altri casi, per svariate ragioni, la ricostruzione inizierà in seguito, seguendo l’iter di una “ricostruzione differita”.
La ricostruzione può interferire con la malattia e con il controllo del seno?
L’intervento non interferisce con l’andamento della malattia, non crea problematiche in relazione alle terapie da eseguirsi e non impedisce in nessun modo con le indagini successive volte al suo controllo.
Che differenza vi è tra una mastoplastica additiva e una ricostruttiva?
Spesso le pazienti confondono questi tipi d’interventi, non dandosi ragione di come gli esiti possano essere molto diversi, soprattutto per ciò che concerne le cicatrici. La mastoplastica additiva è un intervento che si esegue in una mammella sana e integra, di cui si vuol aumentare il volume. Le incisioni e gli accessi chirurgici sono minimi e nascosti in aree meno visibili. La mastoplastica ricostruttiva si esegue in aree non più integre, soggette a chirurgia demolitiva parziale (come nelle quadrantectomie, amputazioni parziali della mammella) o pressoché totale (come nelle mastectomie, che però possono prevedere differenti entità di amputazione) e ciò porta a delle ricostruzioni con esiti cicatriziali più importanti.
In cosa consiste la chirurgia demolitiva di asportazione tumorale?
Esistono diversi gradi di demolizione del seno a seguito di asportazione tumorale.
- La “quadrantectomia” prevede l’asportazione di un quadrante della mammella
- La “mammectomia sottocutanea” si esegue mediante uno svuotamento della ghiandola mammaria con conservazione della cute e del complesso areola-capezzolo
- La “mastectomia” si realizza con un’asportazione della cute, della ghiandola, del complesso areola-capezzolo e, ormai molto raramente, del muscolo pettorale.
In che modo si stabilisce quale sia l’intervento di ricostruzione più appropriato?
Sicuramente il tipo d’intervento di demolizione influenza enormemente la scelta ricostruttiva, ma non è l’unico fattore che la determina. Altri fattori sono costituiti dalla conformazione fisica della paziente, dalle forma e dimensioni della mammella sana, dalla psicologia e dalle abitudini della paziente (ad esempio se è una fumatrice), dalla presenza di malattie concomitanti.
In ogni caso l’intervento che sarà scelto e concordato col chirurgo dovrà avere come unico obiettivo il benessere della paziente.
E’ possibile ottenere un seno identico a quello originale?
La paziente deve essere ben informata del fatto che non sarà possibile ricostruire un seno uguale a quello asportato, che la mammella sana potrebbe necessitare anch’essa di ritocchi chirurgici di adeguamento al nuovo seno e che non sarà possibile cancellare le cicatrici derivanti dalla demolizione e dalla ricostruzione. Tali cicatrici potranno in taluni casi essere migliorate tramite dei ritocchi chirurgici e, comunque, tenderanno a rendersi meno visibili nel tempo, ma non potranno essere cancellate.
Quali sono le tecniche di Mastoplastica Ricostruttiva in uso?
Il nuovo seno può essere ricostruito mediante:
- Tecniche basate esclusivamente sull’impianto di protesi
- Tecniche basate sull’impianto di protesi e sullo spostamento di altri tessuti della paziente in sede mammaria
- Tecniche basate unicamente sull’utilizzo dei tessuti della paziente senza impianto protesico
Quando si esegue e in cosa consiste l’intervento basato esclusivamente sulle protesi?
Questo tipo di intervento si esegue quando i tessuti cutanei e muscolari (muscolo pettorale) ancora presenti in seguito alla demolizione mammaria siano quantitativamente e qualitativamente adeguati a coprire una protesi.
A seconda della situazione specifica potrebbe essere necessario dapprima “espandere” i tessuti mediante l’impianto di un espansore che viene gradualmente gonfiato dall’esterno con delle iniezioni di soluzione fisiologica e, dopo qualche mese, una volta che si sia ottenuta la quantità di tessuti necessaria per una copertura definitiva, si provvederà a sostituire l’espansore con una protesi definitiva.
Esiste anche la possibilità di impiantare con unico intervento un dispositivo chiamato “protesi-espansore” che può essere dapprima gonfiato per espandere i tessuti e successivamente sgonfiato per assumere la forma di una protesi definitiva. L’utilizzo dell’una o dell’altra tecnica sarà discusso coi chirurghi in base a pro e contro, limiti e benefici delle tecniche.
E se la paziente deve essere o è stata sottoposta a radioterapia?
La radioterapia crea un danno e una fragilità tissutali tali per cui l’impianto di protesi può rappresentare una controindicazione. In questi casi deve essere presa in considerazione la ricostruzione con spostamento in zona mammaria di tessuti sani della paziente.
Come si ricostruisce il complesso areola-capezzolo?
Quando necessaria, la ricostruzione del complesso areola-capezzolo può essere eseguita con un ulteriore piccolo intervento ambulatoriale. Personalmente, riteniamo più proficua l’esecuzione di questo atto chirurgico alla fine di tutto il percorso ricostruttivo, una volta che si sia ottenuta una buona simmetria tra le due mammelle. Talvolta la ricostruzione è eseguita subito, contestualmente alla ricostruzione mammaria, allo scopo di ridurre il numero di interventi cui dovrà sottoporsi la paziente, ma questo comporterà un rischio più alto di errori di posizionamento del nuovo complesso areola-capezzolo.
Le protesi possono aumentare il rischio d’insorgenza di tumori?
No, l’impianto di protesi mammarie non influenza né aumenta il rischio di insorgenza di un tumore.
Le protesi possono creare problemi nei controlli radiologici del seno?
Ormai i radiologi hanno una notevole esperienza diagnostica in presenza di protesi mammarie. Mammografie e Risonanze Magnetiche possono regolarmente essere eseguite per studiare lo stato di salute del seno e delle protesi.
Quanto durano le protesi?
La durata illimitata delle protesi non può affatto essere garantita e la durata media stimata è di circa 10 anni.
Quanto durano gli interventi e che tipo di anestesia è utilizzata?
Questi interventi sono eseguiti in anestesia generale ed hanno una durata media di un’oretta sia per l’impianto dell’espansore che per la sostituzione con protesi definitiva. L’intervento potrebbe durare qualche ora in più laddove fosse necessario eseguire una chirurgia di adeguamento della mammella sana.
Che tipo di cicatrici resteranno?
In genere le medesime della chirurgia demolitiva poiché esse stesse sono utilizzate come accesso chirurgico per l’intervento ricostruttivo protesico, durante il quale si cercherà di migliorarle e di non creare cicatrici aggiuntive.
Quando si eseguono le tecniche basate sull’impianto di protesi e sullo spostamento di altri tessuti della paziente in sede mammaria e in cosa consistono?
Si eseguono in quei casi in cui i tessuti della paziente non sono quantitativamente e qualitativamente (come in seguito a danni da radioterapia) adeguati a coprire l’espansore o la protesi. Per questo motivo la tecnica ricostruttiva prevede il sollevamento di tessuti, più precisamente chiamati lembi, dalle zone vicine e spostati in sede mammaria dove svolgeranno una funzione di copertura degli impianti mammari, al di sotto dei quali lembi sono posizionati.
Talvolta questo tipo di intervento si utilizza anche per consentire l’impianto di una protesi definitiva senza dover ricorrere a più interventi, come quello di espansione e poi sostituzione con protesi definitiva.
Quali sono i lembi più utilizzati?
Il lembo più utilizzato in assoluto è quello derivante dal Muscolo Gran Dorsale (Latissimus Dorsi). Esso è costituito da una porzione di muscolo che porta con sé una paletta cutanea, è sollevato orientativamente in corrispondenza della regione scapolare ed è trasposto in regione mammaria a svolgere il suo ruolo di copertura.
Vedi Schema
Che cicatrici restano dopo l’intervento?
In questo caso resteranno purtroppo una cicatrice a livello del dorso e, in caso di mastectomia, delle cicatrici relative alle suture della paletta cutanea apportata in sede mammaria.
Quanto dura l’intervento e che tipo di anestesia si utilizza?
E’ eseguito in anestesia generale ed ha una durata di circa 2-3 ore.
In cosa consistono le tecniche basate sull’utilizzo dei tessuti della paziente trasposti in sede mammaria senza impianto di protesi ?
Consistono nella ricostruzione di un cono mammario privo di materiali estranei ma costituito esclusivamente da tessuti della paziente, col vantaggio che la nuova mammella subirà un invecchiamento ed eventuali modifiche di peso più simili rispetto all’altra mammella.
Le tecniche ricostruttive prevedono il sollevamento di tessuti, più precisamente chiamati lembi, dalle zone vicine e spostati in sede mammaria dove saranno rimodellati a mo’ di cono mammario.
Quando si eseguono le tecniche basate sull’utilizzo dei tessuti della paziente trasposti in sede mammaria senza impianto di protesi?
Quando la paziente rifiuta l’impianto di protesi, quando la mammella sana è molto grande e la paziente non vuole adeguarla modificandone forma e dimensioni oppure quando non sussistano le condizioni per una ricostruzione con protesi.
Quanti tipi di ricostruzione con lembi esistono ed in cosa consistono?
Esistono svariati tipi di ricostruzione con lembi, che si basano sulla trasposizione di muscoli e palette cutanee provenienti dalla regione addominale, dalle cosce, dalla regione glutea etc.
Trattasi d’interventi che si eseguono sotto anestesia generale e con tempi operatori più lunghi (fino alle 8 ore a seconda della tecnica utilizzata).
Le cicatrici che esitano dipendono essenzialmente dal tipo di tecnica utilizzata e sono ubicate nelle regioni da cui provengono i lembi e in sede mammaria.
Data la complessità e la lunghezza degli argomenti trattati, chi volesse saperne di più circa le tecniche, i benefici, il preoperatorio, le possibili complicanze, il postoperatorio etc. può scriverci tramite la sezione contatti! Contattaci!